Speranza dell’Adriatico

Lo scorso luglio, sui fondali del Passetto di Ancona (Marche), è stata trovata una Pinna nobilis, comunemente chiamata nacchera di mare. È un rinvenimento importante non solo per la Riviera del Conero, ma per tutto il Mar Mediterraneo, poichè si tratta di una specie in grave pericolo d’estinzione e che riveste un ruolo ecologico considerevole.

Esemplare di Pinna nobilis
Esemplare di Pinna nobilis
L’identikit della Pinna nobilis

La nacchera di mare è un mollusco bivalve endemico del Mediterraneo, la cui presenza è esclusiva e caratteristica del Mare Nostrum. Non è possibile osservarla da nessun’altra parte. È un organismo spettacolare: il bivalve più grande e antico del Mediterraneo, raggiunge più di 1.20 m di altezza ed è longevo al punto di vivere oltre 45 anni. Pensate che alcuni studi ipotizzano la sua presenza fin dal Miocene – circa 20 milioni di anni fa.

La sua forma ricorda quella del Mytilus galloprovincialis (cozza comune), ma di dimensioni maggiori e con la medesima funzione di filtrazione dell’acqua

È un organismo spettacolare: il bivalve più grande e antico del Mediterraneo

Durante la crescita, il colore della nacchera varia da un bianco chiaro quasi trasparente a un bruno più scuro con lamelle squamose presenti in età giovanile.

Individuo adulto (a sinistra) e giovanile (a destra) di Pinna nobilis
Individuo adulto (a sinistra) e giovanile (a destra) di Pinna nobilis

Cresce in verticale su substrati molli (fondali sabbiosi) fino a 60 metri di profondità e per questo ha la peculiarità di creare un supporto solido funzionale per lo sviluppo di organismi marini, quali briozoa (piccoli animali invertebrati), alghe e spugne. Per questo viene definita ingegnere ecosistemico (Ecosystem engineer), poiché è in grado di aumentare la tridimensionalità dell’habitat fornendo substrato e riparo ad altri organismi marini, incrementando così la biodiversità marina locale. Inoltre, la sua presenza è sinonimo di buona salute dell’ecosistema.

Può agire come una vera e propria “impalcatura” in grado di accogliere molluschi e crostacei – formando così un ecosistema unico.
(Alessandro Vitale)

Tra i diversi organismi che popolano l’interno e l’esterno della Pinna è opportuno menzionarne Pontonia pinnophylax (detto gamberetto delle nacchere). Un piccolo crostaceo definito guardiano della pinna, poichè la difende da possibili pericoli e l’aiuta a catturare piccoli pesci avvisandola di chiudere le valve intrappolando la preda.

Pontonia pinnophylax visibile dall’apertura delle valve di Pinna nobilis
Pontonia pinnophylax visibile dall’apertura delle valve di Pinna nobilis
La sua esistenza era nota già ai tempi di Aristotele, il quale credeva che – privata del suo gambero custode – la pinna sarebbe morta
(Angelo Mojetta)
Problematiche

Diverse sono le minacce che affliggono la nacchera di mare, molte di origine antropogenica come le principali attività legate alla pesca, all’inquinamento delle acque e alla raccolta ornamentale. Tutte queste attività ne pregiudicano la sopravvivenza distruggendo l’habitat, l’ecosistema e gli individui stessi.
Niente, però, è stato più catastrofico della proliferazione incontrollata di Haplosporidium pinnae, un pericoloso protozoo che ha provocato un evento di mortalità massiva della Pinna nobilis.
Il primo evento di infezione è stato registrato nel 2016 nelle popolazioni del Mediterraneo occidentale (Spagna, Italia, Francia) e da allora la situazione si è sempre più aggravata minacciandone l’estinzione.

Essendo la Pinna nobilis troppo importante per il Mar Mediterraneo non la si può abbandonare al proprio destino!

Salviamo la Pinna nobilis!

Le possibilità di protezione della Pinna sono molteplici, partendo dalla ricerca su fattori riguardanti il ciclo vitale, quali le modalità di riproduzione e di reclutamento larvale, e arrivando all’applicazione di protocolli per la coltivazione e successiva reintroduzione in natura.

Il progetto LifePinna promuove queste ricerche andando a selezionare individui più resistenti al protozoo e perciò capaci, una volta riprodotti, di ripopolare i fondali marini. Ad oggi, la reintroduzione, parrebbe essere la soluzione più efficace.
La protezione della nacchera di mare, però, non è un lavoro svolto unicamente dai ricercatori; in quanto, anche noi cittadini, abbiamo diverse possibilità di azione. Per esempio attraverso le iniziative di Citizen Science come MPA Engage, Reefcheck, e il già citato LifePinna. Dove è possibile segnalare avvistamenti della specie e contribuire ai progetti tramite il suo monitoraggio.

Loghi delle iniziative di Citizen Science
Loghi delle iniziative di Citizen Science

Un’altra modalità di “engagement” è la sensibilizzazione delle persone più giovani e quelle più lontane dal mondo marino attraverso la condivisione della situazione attuale.
Perchè solamente con l’aiuto di tutti possiamo sperare di recuperare la popolazione di Pinna nobilis e, più in grande, di risollevare la qualità del nostro mare.

Luca Ronchi
Horste Sculte
Arielle Fava

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