No, non stiamo parlando di Ciro Immobile, bensì di un altro Ciro! In realtà questo non è proprio il suo nome, diciamo che è come lo chiamano gli amici. Infatti, all’anagrafe, Ciro si presenta come Scipionyx samniticus.

Il nome

Partiamo dal suo nome ufficiale: Scipionyx samniticus. Questo nome gli è stato attribuito in onore di Scipione Breislak (il primo che lo descrisse) e Scipione l’africano e per il luogo in cui è stato ritrovato (infatti, la zona del beneventano anticamente era conosciuta come Sannio).
Per quanto riguarda, invece, il nome “Ciro”, la storia è più semplice: essendo del Sud ed essendo campano l’hanno voluto battezzare con uno dei nomi più comuni in questa terra! Ciò a discapito dei milanesi, che per anni l’hanno ospitato al Museo di Storia Naturale di Milano, che avrebbero voluto chiamarlo Ambrogio.

La scoperta

Sulla carta oggi Ciro compie 25 anni, ma diciamo che in realtà non è proprio così. Infatti, oggi, ricorrono i 25 anni da quando venne pubblicato per la prima volta un articolo, riguardante Ciro, su Nature, a cura del paleontologo Cristiano del Sasso. Ma in realtà, il nostro amico campano, è stato scoperto mooolto prima, precisamente nel 1980, a Pietraroja (BN) da Giovanni Todesco, un appassionato di paleontologia. E se proprio vogliamo dirla tutta, non ha neanche 43 anni…l’età di Ciro possiamo approssimarla, credo, a quella di Gandalf, secolo più secolo meno. Infatti, Ciro, ha ben 113 milioni di anni, epoca che risponde all’era del Cretaceo inferiore.

Articolo su Nature della scoperta
Articolo del 1998 su Nature di Cristiano del Sasso
Un baby dinosauro

Seppur molto vecchio, Ciro è morto giovane. Infatti, ci sono diversi elementi che fanno presupporre che in realtà Ciro non fosse che solo un cucciolo nel momento in cui morì. Primo fra tutti la sua dimensione: Ciro misura solo 24cm. In realtà, questo fossile non è completo, ma gli manca buona parte della coda. Nonostante ciò, si pensa non superasse i 50cm. In più, la presenza della fontanella fronto-parietale (per intenderci, la stessa che hanno i nostri neonati), la presenza di occhi grandi, muso corto, pochi denticoli e proporzioni corporee non coincidenti con altri teropodi adulti, sono tutti fattori che supportano la teoria che Ciro morì giovanissimo.

Cosa rende Ciro unico

Ma non è la sua morte prematura che sconvolge più di tanto, ma quanto il fatto che Ciro è l’unico dinosauro in cui si sono preservati gli organi molli. Nell’immagine seguente è possibile vedere come alcuni degli organi (ocra) siano distinguibili dalle ossa (più scure). Ma ciò è solo quello che si vede con la luce visibile! Infatti, tramite luce UV è possibile vedere come in alcuni casi gli organi siano sottili come pellicole! Inoltre, grazie anche alla microscopia elettronica a scansione (SEM) è stato possibile vedere come, anche a livello subcellulare, questi organi siano ben conservati! Un esempio sono le fibre muscolari: all’interno di ogni cellula è possibile vedere le bande dei sarcomeri (unità funzionale della contrazione dei muscoli).
Ma il “mondo interno” di Ciro non finisce qui. Intestino, cartilagine, parte della trachea, muscoli del collo…sono tutte parti molli che si sono conservate in questi milioni di anni! Strabiliante, vero? Pensate, addirittura, che è molto probabile che sia stata rinvenuta una traccia ematica: nella zona del torace, dove sono presenti gli organi più irrorati (come fegato e milza), è stata ritrovata un’alta concentrazione di minerali di ferro (componente fondamentale dell’emoglobina), diversamente dal resto del fossile. Ciò ci induce a credere che quella presenza così alta di ferro sia dovuta alla decomposizione dell’emoglobina in quelle zone più irrorate del dinosauro!

Fossile di Ciro
Fossile di Scipionyx samniticus
Roberto Appiani & Leonardo Vitola, © Soprintendenza per i Beni Archeologici di Salerno,
Avellino, Benevento e Caserta
Un dinosauro di buona forchetta!

Si vede proprio che Ciro è del Sud! Al suo interno sono stati ritrovati resti delle sue prede. Una zampa di lucertola qui, un pezzo di pesce là. Queste rappresentano delle informazioni importantissime, perché ci permettono di ricostruirne la dieta. Ad esempio, già dai ritrovamenti in Ciro, è possibile capire che la sua dieta, seppur carnivora, era costituita sia da carne che da pesce. Inoltre, la presenza di un frammento di lucertola all’interno del suo stomaco, ci può far pensare che il cibo venisse dato a Ciro tramite i genitori, dopo un accurato sminuzzamento della preda. Quante informazioni ricavate da un semplice fossile ben conservato, eh?

Alimentazione di Ciro
Resti ritrovati in Scipionyx samniticus
Marco Auditore, © Museo di Storia Naturale di Milano
Il viaggio di Ciro continua

Ciro continua a viaggiare, non più solo nel tempo, ma anche nello spazio. Infatti, il cucciolo di dinosauro a breve si sposterà in Giappone insieme ai più importanti dinosauri del mondo. Eh sì, perché ormai Ciro è una star! In primo luogo per il suo buon stato di conservazione, che permette di capire meglio il passaggio dai rettili agli uccelli; ma anche perché la sua scoperta ha permesso di dimostrare che l’Italia nel Cretaceo non era solo una distesa d’acqua, ma vi erano zone di terra emersa dove era possibile trovare forme di vita, dove era possibile trovare dinosauri!
Ma le avventure di Ciro non finiscono qui! Grazie al Laboratorio di microtomografia dell’Osservatorio Vesuviano dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) sarà possibile avere un modello 3D di Ciro, che sarà sviluppato tramite sezioni virtuali di pochi micron, le quali serviranno per la digitalizzazione del fossile. Il tutto è possibile per via della tecnologia del microCT scanning (scansioni tomografiche computerizzate ad altissima risoluzione).
Si tratta di un passo importante, perché permetterà agli scienziati di studiare più a fondo l’anatomia e la biologia del fossile!

Valentina Tavolazzi

Fonti:
Sasso, C., Signore, M. Exceptional soft-tissue preservation in a theropod dinosaur from Italy. Nature 392, 383–387 (1998)
“CIRO” STUDIATO A FONDO CON UNA VERA E PROPRIA AUTOPSIA
di Cristiano Dal Sasso

DINOSAURO CIRO | Nuove indagini dell’INGV sul primo e più importante dinosauro scoperto in Italia

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