Ciao, io sono Angelo e insieme a Paolo e Lucrezia abbiamo fondato Lato Verde, una piccola azienda a Locorotondo che si occupa principalmente di apicoltura, ma con la quale speriamo presto di addentrarci in altri settori legati alla natura.
Con Impronta Animale abbiamo pensato di creare questa rubrica in cui, passo dopo passo, vi mostreremo cosa significa essere un apicoltore!
Questo primo articolo è una introduzione al nostro lavoro e al fantastico mondo delle api, ma più avanti scenderemo sempre più nel dettaglio.
Quindi, non volate via e lasciateci un commento o un feedback alla fine dell’articolo per sapere cosa ne pensate o di cosa vorreste che parlassimo.
Intanto, buona lettura…
Bzzz
Allevatori di Apis Mellifera: chi o cosa sono?
Pubblicità controverse hanno contribuito a mostrare al grande pubblico gli apicoltori come paladini dell’ambiente, custodi della biodiversità e di tutti gli impollinatori. Ma è la riposta giusta?
No, decisamente no!
L’apicoltore è un imprenditore agricolo.
Ci tengo a sottolinearlo perché questa retorica, oltre ad essere errata, sul lungo periodo può portare anche a svantaggio l’intera categoria, caricandola di responsabilità non necessarie.
Cosa fa l’apicoltore?
Non essendo sovvenzionato da nessun ente, l’unica specie di cui un apicoltore si occupa, nella maggior parte dei casi, è l’Apis mellifera. Questo perché la nostra amata ape ha un’indole estremamente stacanovista e riesce a raccogliere oltre al miele necessario alla sua sopravvivenza, anche una parte in surplus che verrà usata proprio dall’apicoltore e venduta ai più golosi.
Il fatto che abbia sottolineato che non si debba attribuire all’apicoltore un’ aurea da benefattore, non vuol dire che il suo ruolo non sia di estrema importanza per l’Apis mellifera.
Specialmente in questo periodo storico, marcato da un aumento di parassiti alloctoni e di una forte instabilità climatica, l’occhio esperto e il pronto intervento di chi opera in questo settore consente a questo insetto di godere della simbiosi con l’uomo, barattando un po’ del miele raccolto con il supporto adeguato a consentirgli di superare anche le condizioni più avverse.
Al di fuori di questo contesto, sarebbe stata certamente in balia degli eventi così come lo sono tutti gli altri impollinatori.
Che effetto ha la nostra attività sugli altri impollinatori?
Vantaggi:
Fatta questa dovuta premessa, possiamo comunque dire che ci sono dei benefici collaterali per gli altri impollinatori!
Durante i periodi più caldi, infatti, gli apicoltori non fanno mai mancare l’acqua alle loro api, la quale sarà anche a disposizione di tutta una miriade di altri insetti assetati. Fattore da non poco conto quando si opera in zone aride come la nostra.
Inoltre, i nostri vicini di campo tenderanno (molto spesso) a responsabilizzarsi nell’utilizzo di fitofarmaci poiché potranno percepire in modo più profondo le fragilità dei vari insetti e come vengono travolti dalle attività umane (e se non lo fanno, cerchiamo di farglielo capire meglio!).
Eventuali svantaggi e possibili provvedimenti:
Ci sono dei casi limite in cui l’apicoltura potrebbe essere deleteria per altri insetti?
Non possiamo escludere che in alcuni casi, l’estrema saturazione di un ambiente con delle arnie di Apis mellifera, potrebbe mettere in difficoltà altri impollinatori meno efficienti sottraendogli parte delle risorse.
Ma, in base alla nostra esperienza personale, questi fenomeni potrebbero essere difficili da verificarsi e oltretutto facilmente autoregolabili.
Tornando al primo punto, infatti, fare l’apicoltore è prima di tutto un lavoro e l’operatore ha tutti gli interessi nel cercare un perfetto equilibrio tra ore di lavoro e miele prodotto. Non avrebbe senso aumentare a dismisura il numero di arnie, riducendo così di conseguenza la produttività per famiglia quando si potrebbe lavorare meno ore ottenendo gli stessi risultati.
Inoltre, un ottimo cuscinetto a questo fenomeno potrebbe essere semplicemente quello di favorire l’inerbimento nei campi. I grossi apicoltori, infatti, praticano quasi esclusivamente un’ apicoltura
nomade, vale a dire che posizionano le arnie in punti specifici quando ci son delle colture di interesse, solo per un periodo ristrettissimo di tempo (20 gg circa). Favorendo l’inerbimento si consentirebbe invece agli impollinatori presenti naturalmente in quelle aree di avere più risorse per un periodo ben più lungo di tempo, riuscendo anche a ridurre i rischi eventualmente legati al meteo avverso che comporta comunque una mancata raccolta per questi insetti.
In conclusione…
Pensiamo che l’apicoltura debba essere vista come un qualunque altro lavoro. Sicuramente l’apicoltore in primis sa quanto sia importante tutelare l’equilibrio con l’ambiente che lo circonda, poiché d’altronde la solidità di questo, così come il benessere delle sue api sono direttamente
collegati al suo profitto. Personalmente, lavorare con questi insetti ci ha concesso il privilegio di toccare con mano quanto fragili siano questi equilibri ed è questa consapevolezza a guidarci nel lavoro di tutti i giorni.
Angelo La Torre (e le sue api bzz)