Leggende di creature che superano la nostra realtà: giganti con un occhio solo, lucertole volanti e scimmie delle nevi. Ma è tutto frutto dell’immaginazione dell’uomo o dietro si cela un elemento di realtà?

A questo interrogativo la scienza ha dato risposta grazie all’analisi di fonti e reperti, trovando  spiegazioni per ciò che prima risultava inspiegabile. Di seguito alcuni esempi: 

Ciclopi  

Teschio di elefante e testa di ciclope a confronto. Mito e realtà

Dice la Treccani: ”Figure favolose della mitologia greca, di statura gigantesca e fornite  di un solo occhio situato in mezzo alla fronte. […].
Nella posteriore Teogonia esiodea sono nominati tre C. come figli di Urano e Gaia:  Bronte, Sterope e Arge, i cui nomi richiamano i più violenti fenomeni meteorici, e che la  tradizione presenta come fabbri costruttori dei fulmini di Zeus[…]

Da cosa nasce la sua figura? Questo mistero viene spiegato dalla paleontologia: ”Sembrerebbe che l’origine del mito dei Ciclopi, giganti mostruosi con un occhio solo al centro della fronte, possa derivare dal ritrovamento all’interno di alcune grotte siciliane di teschi di elefanti vissuti in epoca preistorica. Infatti il cranio dell’elefante senza  zanne somiglia nella forma a quello umano ma molto più grande e con un solo foro al centro”.

Gli elefanti  citati non sono altro che esemplari di Palaeoloxodon falconieri, pachidermi endemici della Sicilia,  le cui piccole dimensioni sono da ricercare nel fenomeno chiamato nanismo insulare.

Draghi

Tra gli esseri fantastici è quello che non ha bisogno di spiegazioni. Il suo mito si distribuisce per il globo in ogni sua declinazione, rendendolo un simbolo sia di luce che di oscurità. L’origine di questa figura deriva certamente dal ritrovamento di fossili ben prima che Richard Owen coniasse la parola “dinosauro”. Questi elementi potrebbero essere però una specie di conferma di un mito molto antico: ”[…] Ngwhi – o “*H2nwghi in Proto-Indo-Europeo – potrebbe essere considerato il drago originario. Risalenti a 4.000-6.000 anni fa, i miti PIE (Proto-Indo-Europei) descrivono Ngwhi (il “serpente”) come una bestia a tre teste che rapisce il bestiame o, in alcuni racconti, le donne. Questa potrebbe essere l’origine del noto tropo della cultura popolare sui draghi che rapiscono le principesse. Alla fine, il mostro a più teste viene sconfitto da  un eroe reso più forte dall’aver bevuto una pozione inebriante e assistito da un dio del cielo”.

Questa antica figura ha originato miti e leggende come Jörmungandr nella mitologia norrena o il drago rosso a sette teste nell’Apocalisse di Giovanni, indicando l’origine comune di ogni figura dragonica presente nel mondo.

Unicorni

Che dire poi del più puro tra gli animali fantastici?

L’Unicorno, oltre al drago, è la creatura che più rappresenta l’immaginario antico: manto bianco brillante, dotato di corno magico e inafferrabile per chiunque provi a catturarlo. Le prime testimonianze provengono dal manoscritto “Indica”  dello storico greco Ctisia. Basandosi sui racconti di mercanti provenienti dalla Via della Seta egli  descrive l’animale dandogli un aspetto ben diverso dall’equino che tutti conosciamo. Inizialmente, infatti, viene descritto come una sorta di asino indiano, più veloce di cervi e cavalli e dotato di un  corno bicolore lungo circa 70 cm avente proprietà medicinali miracolose.

Tale descrizione verrà adottata da autori postumi:
In India ci sono alcuni asini selvatici grandi come cavalli o persino più grandi. I loro corpi sono bianchi, le teste sono color rosso scuro e gli occhi sono blu. Hanno un corno al centro della fronte  che misura un cubito [circa mezzo metro] in lunghezza; la base del corno è color bianco puro… La parte superiore è appuntita e di colore rosso cremisi, mentre la parte centrale è nera. Coloro che bevono da questi corni, dopo che sono stati trasformati in recipienti, a quanto pare, non sono soggetti  a convulsioni o al morbo sacro. Sono altresì immuni ai veleni se, prima o dopo averli ingeriti, bevono vino, acqua  o qualsiasi altra cosa da questi calici…”.

Solo successivamente si scoprirà che queste informazioni si riferivano al rinoceronte indiano, intuizione avvalorata dalla descrizione di Plinio il Vecchio, che indica l’unicorno come cavallo con un corno solo, dotato di zampe di elefante e coda di cinghiale.

Unicorno

Visti questi esempi non è difficile comprendere come la scienza possa spiegare questi esseri incredibili, senza però togliere loro il fascino guadagnato nel corso dei secoli. Conoscere questi fatti vuol dire vedere i meccanismi che i nostri predecessori hanno usato per tradurre una realtà per loro inspiegabile.

Davide Danesi

FONTI:

1- https://www.treccani.it/enciclopedia/ciclopi/ visitato in data 14/10/2024

2- https://www.museodelletna.it/il-ciclope/# visitato in data 14/10/2024

3- https://www.nationalgeographic.it/sei-affascinanti-miti-sulle-origini-dei-draghi visitato in data  14/10/2024 

4- Fozio da Costantinopoli, Biblioteca- frammento XV, IX secolo d.C.