Il sorriso è uno dei gesti che nascono innati dentro di noi e non solo cambia come il mondo ci vede, ma cambia anche le risposte biologiche del nostro corpo.

Soldi, Sorrisi e Cioccolato. Immagini prese da Canva

Cos’hanno in comune 2000 barrette di cioccolata, un sorriso e 16.000 sterline? Riescono ad attivare gli stessi meccanismi di stimolazione del piacere all’interno del nostro cervello. Detto così può sembrare assurdo, ma avete mai pensato a quanto questo piccolo gesto (per il quale comunque dobbiamo contrarre 12 muscoli) possa influenzare il nostro corpo? Io non me lo ero mai chiesto, a differenza di esperti come Paul Ekman, Charles Darwin, Guillaume Duchenne e altre migliaia di ricercatori nel mondo che invece lo hanno studiato in maniera approfondita. Seguitemi in questo piccolo excursus sul mondo del sorriso, potrete approfondirlo poi nelle fonti e seguendo il TED Talk di Ron Gutman, che ha suscitato per primo la mia curiosità.

Le origini del sorriso

Uno dei dilemmi principali delle origini del sorriso riguarda la diatriba se sia un gesto innato o derivato da condizionamenti culturali. Per risolvere questo dubbio si è scelto di studiare due differenti tipi di soggetti: i bambini e le tribù isolate.

Le prime osservazioni riguardavano i bambini appena nati, che sorridevano poco dopo essere nati e prima di poter aprire gli occhi. Un caso molto simile quello dei bambini ciechi che sorridevano al suono della voce umana, nonostante non avessero mai visto un’altra persona sorridere. Infine, negli ultimi anni, tramite tecnologia ad ultrasuoni 3D, è stato possibile osservare che i bambini iniziano a sorridere già nel grembo materno, ancor prima di nascere.

Immagine ad ultrasuoni 3D di un feto che sorride (Daily Mail).

Spostandoci sul piano culturale, Paul Ekman, esperto di espressioni facciali, ha condotto uno studio in Papua Nuova Guinea, studiando la popolazione cannibale dei Fore. Questa popolazione è sempre vissuta in isolamento, non entrando mai in contatto con le popolazioni occidentali. Il dott. Ekman ha visitato diversi villaggi ed ha potuto studiare i loro comportamenti e le loro reazioni, concludendo che le attribuzioni emotive del sorriso erano uniformi, dimostrando che il sorriso è una risposta biologicamente universale.

L’importanza biologica del sorriso

Sorridere è un gesto innato, culturalmente indipendente, che si è diffuso in tutta la popolazione. Quando parliamo di genetica, un carattere che si evolve in maniera indipendente in più popolazioni è cruciale per la sopravvivenza dell’individuo. Questo concetto può essere applicato anche al sorriso?

Tra i primi studi sugli stimoli generati dal sorriso troviamo quelli di Charles Darwin, che fu il primo a teorizzare che il sorriso avesse un effetto benefico proprio su come ci sentiamo. Nel suo studio prese in considerazione anche gli studi di Guillaume Duchenne de Boulogne, il quale volle individuare i muscoli specifici per ogni espressione. Per far ciò, andò a mimare le espressioni facciali attraverso elettrostimolazione e confrontò le foto delle espressioni naturali con quelle ottenute a seguito dello stimolo.

Una forma più evoluta di questo studio la troviamo in tempi recenti in uno studio tedesco, dove dei ricercatori hanno utilizzato tecniche di MRI (Magnetic Resonance Imaging) per misurare l’attività cerebrale prima e dopo aver iniettato del Botox per reprimere i muscoli facciali. Quello che hanno riscontrato è proprio che la capacità di sorridere stimola il sistema del piacere del cervello, proprio come aveva teorizzato Darwin.

Immagine rappresentativa di iniezioni di botox. Da freepick
Lo yoga del sorriso, lo studio

Numerosi studi si sono sempre più focalizzati sui benefici del sorriso. In particolare, vi riporto uno studio sullo Yoga del sorriso, una pratica che combina esercizi di respirazione yoga al sorriso. Lo studio mirava a valutare l’efficacia di una sessione di yoga del sorriso nella regolazione delle risposte endocrine e psicologiche a uno stress acuto.

Lo studio aveva un campione composto da 35 soggetti sani, di ambo i sessi, tra i 18 e i 34 anni. Tre gruppi sperimentali: LY (Yoga della risata), respirazione rilassante e gruppo di controllo. L’intervento è stato seguito dal Trier Social Stress Test for Groups, un test standardizzato che induce stress psicosociale. Successivamente sono stati raccolti: cortisolo salivare (indicatore dell’asse HPA), alfa-amilasi salivare (indicatore del sistema nervoso simpatico) e livelli di stress soggettivo valutati tramite una scala analogica visiva.

I risultati hanno riportato:

Questo studio ha evidenziato che lo yoga della risata (LY) può essere un efficace strumento per ridurre la risposta endocrina allo stress acuto, in particolare il rilascio di cortisolo. Sebbene la risposta autonoma, misurata tramite l’alfa-amilasi, e i livelli di stress percepito non abbiano mostrato cambiamenti significativi, i risultati relativi al cortisolo suggeriscono che LY possa modulare il sistema endocrino in modo specifico.

Yoga del sorriso. Image by Freepick

Lo yoga del sorriso, quindi funziona?

Una spiegazione plausibile dell’efficacia di LY potrebbe risiedere nella componente sociale della pratica. Durante le sessioni, i partecipanti non solo simulano risate, ma interagiscono tra loro in un contesto che favorisce il senso di appartenenza e l’empatia reciproca. Questi aspetti possono contribuire a mitigare l’effetto minaccioso percepito durante lo stress, riducendo emozioni come la vergogna e migliorando il supporto emotivo percepito. Tuttavia, il fatto che il gruppo di respirazione rilassante, che prevedeva interazioni sociali simili, non abbia mostrato lo stesso impatto, suggerisce che il potere unico del LY risieda nella risata stessa. La risata, essendo contagiosa e spontanea, può ridurre l’autoconsapevolezza e la tensione, contribuendo ulteriormente alla regolazione dello stress.

Un aspetto interessante emerso è la discrepanza tra la risposta endocrina e la percezione soggettiva dello stress. Sebbene LY abbia attenuato significativamente il rilascio di cortisolo, i partecipanti di tutti i gruppi hanno riportato livelli simili di stress percepito. Questo potrebbe indicare che le risposte fisiologiche e quelle emozionali allo stress non sono sempre allineate e che LY agisce prevalentemente sul sistema endocrino.

In conclusione, lo yoga della risata si presenta come un approccio promettente per gestire lo stress acuto, grazie alla sua efficacia, facilità di implementazione e costi ridotti. Tuttavia, per comprendere appieno i meccanismi alla base di questi effetti, saranno necessari studi futuri con campioni più ampi e un focus su variabili come l’interazione sociale, la natura della risata e la percezione del supporto emotivo. Inoltre, sarebbe interessante esaminare gli effetti a lungo termine di LY per verificare il suo potenziale nel prevenire patologie legate allo stress cronico.

La percezione del sorriso

Quasi al termine di questo nostro viaggio nella scienza del sorriso, parliamo un po’ di come veniamo percepiti quando sorridiamo.
Il sorriso è contagioso, è difficile litigare o essere arrabbiati con una persona che ci sorride. Inoltre, le persone che lavorano con bambini (che sorridono più di 400 volte al giorno, contro i 20 degli adulti) sorridono in media di più di chi fa un’altra professione. Non meno importante, sorridere ci fa apparire più competenti, sicuri di sé, e il sorriso sul posto di lavoro è stato correlato a una maggior possibilità di fare carriera.

Concludo con un aneddoto personale: durante un corso di comunicazione all’università, il professore tutti i giorni arrivava con un gran sorriso e quando gli chiedevamo come stesse, rispondeva sempre “Benissimo”. Un giorno una mia compagna gli ha detto: “Professore, come fa a rispondere sempre benissimo ed essere sempre sorridente?” Lui ha risposto: “Perché rispondere benissimo è una cosa che va solo a mio vantaggio, come il sorriso. Quando si comunica tutto è importante, soprattutto i primi minuti in cui interagisci con qualcuno.”
È stato proprio lui a consigliarci il TED Talk che ha ispirato questo articolo e spesso mi trovo a riflettere su quello che ci ha insegnato e sugli spunti che ci ha dato.

“Un giorno senza sorriso è un giorno perso.”
Charlie Chaplin

Agnese Roscioni

Fonti

https://academic.oup.com/cercor/article-abstract/19/3/537/429135?utm_source=chatgpt.com&login=false#no-access-message

https://doi.org/10.1080/17437199.2022.2052740

https://www.tandfonline.com/doi/epdf/10.1080/10253890.2020.1766018?needAccess=true